lunedì 7 dicembre 2015

Il lavoro migliore del mondo (?)

Dottorato di ricerca, croce e delizia di ogni buon aspirante scienziato.

In molti mi hanno chiesto consigli su come procedere dopo la propria laurea. Cosi' ho pensato di scrivere un piccolo tutorial basato sulla mia esperienza (e su quella delle persone che conosco piu' da vicino), sperando che sia utile a chi non sa ancora cosa fare ma anche a chi sa cosa fare ma non sa come farlo.

Quali caratteristiche dovete avere per entrare in un dottorato? Come trovare un dottorato? Cosa deve offrire un dottorato perche' sia minimamente accettabile? Cosa vi chiederanno di fare durante un dottorato? Che cosa dovreste sperare di ottenere dal vostro dottorato? Cosa fare dopo un dottorato?

Non fatevi spaventare dal cancello, la porta e' sempre aperta....


Quali caratteristiche dovete avere per entrare in un dottorato

Chi dovesse pensare di intraprendere una carriera scientifica dovrebbe poter offrire al proprio datore di lavoro queste cose:

MOTIVAZIONE - Avete presente quando eravate al liceo a sudare sui libri e vi dicevano che era niente in confronto a quello che sarebbe venuto dopo? Era vero, e l'avete scoperto con l'universita'. Ora che avete una laurea in tasca aspettatevi che la prossima fase sia ancora piu' intensa e, purtroppo, che la progressione continui quasi indefinitamente.
Ci sono molti modi di fare un dottorato scientifico, ma l'unico modo di farlo in tempo e decentemente e' quello di investirci la maggior parte del vostro tempo. Se vi manca la motivazione per farlo, e per continuare a farlo nel lungo periodo, rischiate di rimanerci impantanati come nella peggior palude, una palude di disperazione.

Emmuoviti cavallo dimm... ehm disubbidiente!

CURIOSITA' - Vi serve, in maniera quasi patologica. E' una tra le piu' forti fonti di motivazione. Dovete essere interessati al vostro argomento di ricerca ed avere una genuina curiosita' di riuscire a trovare la risposta alle domande che vi siete posti.
Il giorno che vi viene da pensare "ma tutto sommato a chi importa" siete gia' finiti.

Come trovare un dottorato

Ci sono in sostanza due modi.

Se avete gia' un'idea di quello che volete fare contattate dei gruppi di ricerca che hanno fatto lavori simili. Basta guardare i recapiti e i nomi su degli articoli scientifici che avete letto.
Se c'e' posto nel loro laboratorio potreste poi elaborare un piano di studi e fare domanda per ottenere fondi di ricerca. Non e' facile e la competizione e' molto alta ma almeno fate esattamente quello che vi piace.

Do a PhD, they said. See the world, they said.

Un altro modo, forse piu' facile, e' quello di guardare i vari annunci di lavoro. Questi sono dottorati che hanno una borsa di studio generalmente gia' conquistata. Una volta trovato uno che vi ispiri dovete comunque fare domanda ed essere selezionati, come in un qualsiasi lavoro.

Qualunque sia la strada, siate pronti a fare le valigie e spostarvi dove serve e cercate di controllare che vi siano i requisiti minimi per cominciare.

Cosa deve offrire un dottorato perche' sia minimamente accettabile

Per contro, un datore di lavoro/coordinatore di gruppo dovrebbe poter offrire al proprio dottorando queste cose:

SUPPORTO FINANZIARIO - Fondamentale, per poter effettivamente svolgere un lavoro che e' comunque totalizzante e sottopagato. Senza un'adeguata copertura, per tutto il periodo di studi, si finisce per fare altri lavori (dopotutto bisogna pur mangiare) ed allungare i tempi a dismisura, a volte all'infinito.

SUPERVISIONE - Inutile avere degli studenti se non sono adeguatamente seguiti, no? Beh, questa cosa logica non e' recepita da tutti i ricercatori, che pensano di assumere qualcuno che sappia gia' svolgere il lavoro. In realta' il dottorato e' comunque un periodo di studio e senza supervisione si rischia di perdersi nel mare magnum della scienza.

GRUPPO DI LAVORO - Un gruppo di lavoro affiatato, con un buon piano di ricerca, riduce il lavoro di un dottorando di un buon 30-50%. E' facilissimo aumentare la propria produzione scientifica contribuendo ad articoli di altri e fare i propri articoli con la collaborazione di altri ricercatori (magari con diverse esperienze).
La scienza, contrariamente a quanto molti pensano, e' decisamente un lavoro di squadra e senza una buona squadra non si vince.

Cosa vi chiederanno di fare durante un dottorato

Questo varia molto da paese a paese, ma anche da universita' a universita' e perche' no, da dipartimento a dipartimento.
In generale pero' si tratta di completare un corso di studi avanzato, di solito 1 anno su 4, e per gli altri 3 anni condurre normale attivita' di ricerca. Il che vuol dire andare sul campo o allestire esperimenti per raccogliere dati, analizzarli e infine produrre almeno 3-4 articoli scientifici da pubblicare su riviste del settore, che poi vanno presentati nelle varie conferenze.

Alla fine i vari articoli vengono raccolti in una monografia, con un sommario che ne analizza il filo generale.

Alla fine del processo, se tutto va bene, dovreste arrivare ad avere un prodotto finale cosi (anche meglio del mio eh?):
Che cosa dovreste sperare di ottenere dal vostro dottorato

COMPETENZE - Durante i vostri anni di studio non avete solo acquisito nozioni sul vostro argomento di studio ma (si suppone) anche competenze ed esperienze specifiche che vi rendono in grado di condurre ricerca senza bisogno di supervisione (ma sempre con dei collaboratori, quello non cambia mai).
Incidentalmente le competenze generali che avete acquisito dovrebbero essere sufficienti per far piu' o meno qualsiasi lavoro non specializzato.

PALLE D'ACCIAIO TEMPERATO - Presumibilmente negli anni del vostro dottorato vi sono successe un sacco di cose, molte delle quali non facilissime da affrontare. Ma se siete arrivati fino alla fine vuol dire che le esperienze vi hanno temprato, fatene tesoro.

Cosa fare dopo un dottorato

Un dottorato di ricerca serve a fare ricerca. Principalmente.

Quindi uno degli sbocchi primari e' trovarsi un post-doc, cioe' altri anni di ricerca sottopagata in attesa della grazia divina di un posto come ricercatore. Il post-doc dura da un minimo di 2 anni a un massimo di...boh, c'e' gente che e' ancora la' dopo 10 anni..dipende tutto dalla disponibilita' dei posti.
Almeno state facendo il lavoro migliore del mondo, no?.

Ma per fortuna ci sono altri sbocchi. Molti enti ed istituzioni hanno bisogno delle vostre competenze specifiche e anche generali.

Non e' facile trovare un lavoro, inutile nasconderlo, e si potrebbe essere costretti a periodi di disoccupazione, anche lunghi. Bisogna avere anche la capacita' di reinventarsi e perche' no, fare lavori per cui si e' troppo specializzati. Perche' bisogna pure portare il pane in tavola e alla fine un lavoro onesto e' un lavoro onesto.

5 comments:

Carmelo Fruciano ha detto...

Articolo molto ben fatto e decisamente corretto...

Aggiungerei che e' anche importante capire le differenze tra i sistemi accademici dei vari paesi ed agire di conseguenza (anche sulla base delle proprie aspettative ed ambizioni).
Tra paese e paese c'e' una grande diversita', per esempio, nelle aspettative riguardo i tempi, riguardo la produttivita' scientifica e la sua forma, la presenza di corsi o meno, il livello scientifico delle pubblicazioni, il livello di indipendenza del dottorando, eccetera...

Tanto per fare un esempio, e' abbastanza inutile fare una tesi di tipo "classico" (cioe' simile ad una tesi di laurea e non un insieme di pubblicazioni) in uno dei tanti paesi in cui questo e' la norma (Italia compresa) e poi aspettarsi di poter fare un postdoc in un paese in cui il tuo curriculum viene valutato solo ed esclusivamente sulla base delle pubblicazioni...

Ci sarebbero tanti altri esempi...
In generale, se uno fa piu' di quello che gli e' richiesto (anche prima di iniziare il dottorato), male non fa...

Marco Milardi ha detto...

Grazie per il commento Carmelo.

Mi trovi pienamente d'accordo sulle differenze tra paesi (ma come dicevo c'e' molta differenza anche tra universita' negli stessi paesi o dipartimenti all'interno delle universita').

Come dici tu il problema e' sempre a valle, qualora si volesse trasferire le proprie qualifiche ad un paese dove si viene valutati in un'ottica diversa. E' un problema molto esteso.

E per fortuna non abbiamo parlato di cosa succede se uno cambia campo/specializzazione dopo il dottorato :D

Carmelo Fruciano ha detto...

Daccordissimo con te...in ogni caso, cambiare paese dopo il dottorato (e possibilmente varie volte da postdoc) e' piu' la regola che l'eccezione, almeno in un'ottica internazionale (quindi escludendo una certa mentalita' tutta italiana di "tenersi il posto finche' non ti fanno un concorso su misura"). Quindi chiedersi quanto si sara' "appetibili" sul mercato globale del lavoro ha un certo senso e va fatto il prima possibile (durante il lavoro per la tesi di laurea in ottica dottorato e durante il dottorato in ottica postdoc) per non avere brutte sorprese quando non c'e' nulla da fare...

Marco Milardi ha detto...

Dovrebbe essere la regola, ma per tutta una serie di motivi (p.es. familiari) non sempre e' possibile ed esistono molti paesi ed aree dove questo ancora non succede. Al massimo cambiano universita' all'interno dello stesso paese.

La transizione sara' tanto piu' facile quanto piu' si uniformeranno i dottorati. Al momento permangono ancora tante differenze di durata, requisiti etc. anche solo all'interno dell'eurozona, e ancora di piu' col resto del mondo. Per dire, fino a pochi anni fa in USA non era richiesto avere pubblicazioni (bastavano manoscritti) ed era possibile avere un dottorato a 27 anni (durata media 3 anni). Nell'area scandinava per contro richiedevano 5 o piu' pubblicazioni da primo autore e di solito non si finiva prima dei 33 (durata media 5 anni).

In teoria sarebbe bene riuscire a fissarsi un target almeno a partire da meta' dottorato, ma poi bisogna sempre fare i conti con la realta'.

Seafood Recipes ha detto...

Nice share

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