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martedì 17 settembre 2013

Rimozione delle dighe: l’utopia diviene realtà

Una diga sull'Elwha River, Washington, attualmente in fase di smantellamento (foto: Wikimedia Commons)
Avrei voluto scrivere questo post poco tempo dopo quello riguardante l'impatto delle dighe sugli ecosistemi fluviali, che potete trovare qui: Una diga, mille impatti
Meglio tardi che mai, comunque. Sono ancora in tempo a inserire un link, dove potete trovare una serie di video del National Park Service del Ministero degli Interni USA. I filmati documentano passo per passo un processo di restaurazione ambientale “da manuale” tuttora in corso, riguardante il fiume Elwha, nello stato di Washington. Ecco qua: Elwha River Restoration
Per questo dibattutissimo progetto, il più grande che abbia mai avuto per oggetto la rimozione di una o più dighe, sono stati stanziati dal governo ben 350 milioni di dollari. Una cifra niente male.
Nel primo post sulle dighe, avevamo analizzato quali fossero gli impatti di queste opere sugli ecosistemi fluviali. Ne era uscito un quadro piuttosto serio, evidenziando come la regimazione dei fiumi finalizzata al controllo delle piene, della produzione energetica e, soprattutto, alla creazione di scorte d'acqua, in quest'era di cambiamento climatico, sia spesso necessaria, ma al contempo fortemente invalidante per gli equilibri biologici dei fiumi ed il benessere dei loro abitanti, a cominciare dai pesci.
I fiumi della costa occidentale del Nord America, che sfociano nell'Oceano Pacifico, ospitano un gran numero di specie ittiche, tra le quali i salmoni e le trote del genere Onchorhynchus. Ben sette di queste specie (chinook, coho, chum, sockeye, pink salmon, steelhead, coastal cutthroat trout), più due di Salvelinus (bull trout e dolly varden), sono i salmonidi migratori naturalmente presenti nel fiume Elwha, tutti in crisi più o meno profonda a causa della costruzione delle due dighe che impediscono loro il raggiungimento dei letti di frega situati nella parte alta del corso d'acqua. I lavori per la rimozione della prima diga iniziarono nel settembre 2011 e già a marzo 2012 il lavoro era stato completato, ristabilendo parte della continuità longitudinale del corso d'acqua.

martedì 20 aprile 2010

Siluro: contenimento e rimozione




Questo posto e' l'ultimo (per ora) della serie dedicata al siluro ed e' anche sicuramente il piu' difficile da scrivere. La questione e' veramente spinosa e coninvolge problematiche di diversi settori, parlarne equivale a buttarsi in un ginepraio da cui e' difficile uscire indenni. Tanto piu' che a parlarne schiettamente si e' praticamente obbligati a pestare parecchi piedi, i cui proprietari non saranno certo contenti.
Ma almeno non avendo nessun interesse e nessun rapporto di lavoro in Italia, ne' con un lato ne' con l'altro, mi posso permettere di parlare senza peli sulla lingua.

Nei post precedenti abbiamo visto che tipo e quanto impatto ha un siluro sull'ambiente in cui viene introdotto. Ora non resta che decidere cosa fare a riguardo. Facile, direte voi.
E invece no.

Vediamo perche'...