martedì 8 febbraio 2011

Pesci dal mondo - Il regaleco

Il regaleco, o re delle aringhe, o pesce remo, uno dei pesci che mi ha affascinato di piu' quando ero piccolo

Anche questa settimana il tempo scarseggia e ci dobbiamo arrangiare con un post in formato ridotto (per venire incontro alle mie capacita' mentali). In attesa della pubblicazione del secondo post del carnevale della biodiversita' prevista per sabato 12 (202 anniversario della nascita di Darwin).

Parliamo del regaleco (Regalecus glesne), un pesce strano lungo fino a 17 metri che arriva al peso di 300 kg.

Presente anche nel mediterraneo (avvistato al largo della croazia un paio di anni fa) ha una distribuzione piuttosto ampia, dalla Svezia al Cile, comprendendo l'Atlantico, il Pacifico e l'Indo-Pacifico.
Il nome re delle aringhe deriva da avvistamenti di banchi di aringhe in presenza di questo pesce che secondo i pescatori "sembrava guidarle". Quando il regaleco e' prossimo alla morte o malato nuota in superficie, a volte facendo uscire la cresta rossa fuori dall'acqua, e' ritenuto una delle sorgenti delle leggende sui serpenti marini.
Non sappiamo molto di questo pesce pero', sappiamo che e' meso-pelagico e puo' vivere anche in superficie. Si riproduce in un lungo periodo dall'estate all'inverno e le larve stanno negli strati superficiali durante la crescita. Nonostante le dimensioni del corpo la bocca e' piccola e il regaleco si nutre principalmente di piccoli animali che trattiene grazie ai pettini branchiali.
Si trova a volte in posizione verticale nella colonna d'acqua come nella foto a fianco, ancora nessuno ha trovato un'impotesi consistente del perche' lo faccia. Alcuni ritengono che sia una posizione che adotta forse per nutrirsi.
Tra parentesi e' il pesce osseo piu' lungo che conosciamo.


Non e' difficile fotografare un regaleco, anche se la maggior parte degli individui sono spiaggiati o morenti. Difficile e' documentarne le abitudini e il comportamento normale. Nel 2001 gli operatori di una piattaforma sono riusciti a catturare il nuoto di un regaleco in un video che rimane l'unica testimonianza video di un regaleco in situazione normale.


Simile al regaleco ma molto piu' corto e' Zu cristatus un pesce dello stesso Ordine che a volte viene scambiato per una fase giovanile del regaleco ma e' profondamente diverso.

lunedì 31 gennaio 2011

Trote notevoli

Questa settimana per cause di forza maggiore non mi e' possibile compilare un post tecnicamente completo.

Per fortuna la vita di un blogger (come quella reale) non e' fatta soltanto di post impegnati e di serieta'.
Oggi quindi mettetevi comodi sulla sedia e rilassatevi, andiamo a fare una carrellata di specie di trote fenotipicamente notevoli. Con qualche nota a margine.


martedì 25 gennaio 2011

Hai la memoria di un pesce rosso..

Steve Morvell - Glass houses - Domestic goldfish (2006) - Pastello su carta colorfix

Con questo articolo comincia una miniserie a lungo rimandata sulla memoria dei pesci e le loro capacita' cognitive, con una parte di articoli che riguardera' le capacita' cognitive e la connessione tra pesca e memoria ed una seconda parte che si occupera' dell'argomento strettamente correlato della percezione del dolore nei pesci e dell'etica della pesca sportiva e non.

Pronti? Cominciamo!

Spesso ho sentito dire la frase "hai la memoria di un pesce rosso.." e a volte l'ho usata io stesso.
Era una frase fatta che ho creduto vera per anni ma che, come ho scoperto con un minimo di ricerca in seguito, e' profondamente sbagliata.

Si sente spesso dire che il pesce rosso ha una memoria di soli 3 secondi.
Tutto risale ad un mito popolare, forse stimolato dal fatto che il pesce rosso e' un animale spesso tenuto in vasche troppo piccole per la sua taglia. L'idea e' probabilmente nata per giustificare le dimensioni di queste vasche: "tanto la sua memoria si resetta ogni 3 secondi.."

Ci hanno persino intitolato un film che pero' non ha niente a che vedere con i pesci rossi ma bensi' e' un bel polpettone sentimentale all'irlandese, sconsigliato a meno che non siate amanti del genere..

Ma e' proprio vero che il pesce rosso, e piu' in generale i pesci hanno poca memoria?

lunedì 17 gennaio 2011

Pesci tropicali in Italia

Una scena normalissima, alcuni pescetti in un fosso, ma se andiamo a vedere piu' da vicino..

Attenzione:l'articolo e' stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

A meta' del 2010 alcuni autori italiani pubblicano un articolo sulla rivista Biological Invasions che fa discutere e non poco i conservazionisti in giro per il mondo.

Descrivono l'ambiente di un fosso nella provincia di Livorno che grazie alle sue acque termali offre un ambiente abbastanza particolare (ma non unico, come vedremo) e ne stilano la checklist di specie.
Una checklist abbastanza bizzarra, con poche specie autoctone (anguilla, tinca, rutilo) e una specie para-autoctona (carpa) seguite da un lungo elenco di specie introdotte che si fa via via piu' esotico proseguendo nella lettura.
Livio, che e' molto piu' sensibile di me ai ciclidi, ne pubblica un resoconto gia' ad ottobre ma io, che al contrario sono molto lento, non sono riuscito a completare l'articolo prima di oggi.

venerdì 14 gennaio 2011

Sondaggio del mese scorso



Il sondaggio del mese scorso sulla regolamentazione della pesca sportiva ha riportato un risultato abbastanza eclatante.

9 dei 14 votanti ritengono che la situazione sia disastrosa e completamente carente.
3 la ritengono parzialmente carente e comunque non sufficientemente applicata.
Soltanto 2 pescano in zone in cui ritengono la normativa ragionevole e funzionale.

Certo, son numeri che non fanno statistica ma potrebbe essere interessante ampliare il discorso nei commenti a questo post.

Fateci sapere cosa non va (anche in forma anonima) indicando chiaramente la zona a cui vi riferite e le ragioni per cui avete espresso il voto in quella maniera. Ovviamente vale anche per chi ritiene che nelle proprie zone l'amministrazione stia facendo un buon lavoro, bisogna individuare anche il buono e non solo il marcio.

Potrebbe nascerne una discussione interessante e potremmo tutti imparare qualcosa di nuovo.

giovedì 9 dicembre 2010

Cosa influenza l'attivita' del luccio? Quando e' meglio pescarlo?

Andoni di EsoxFever con la cattura dell'anno. Oltre ad essere una gran persona ed un gran pescatore ora fa anche l'imprenditore della pesca. In bocca al lupo Andoni!

Recentemente mi manca davvero il tempo materiale di seguire tutte le cose che sono in movimento vuoi per incapacita, vuoi per carico di lavoro o forse semplicemente perche' se le cose in movimento sono troppe diventa impossibile seguirle..

Ormai latito da troppo tempo dal blog e mi sono ripromesso di fare questo post almeno un mese fa. La notizia e' di quelle veramente interessanti per tutti i pescatori di lucci come me. Pero' non ve la dico subito, vi devo invece raccontare tutta la storia che c'e' dietro.

Cominciamo dall'inizio.

Nel 2011 a Berlino si terra' una grande conferenza mondiale sulle recreational fisheries (questa http://www.worldrecfish.org/). Io come forse sapete mi occupo di tutt'altra branca della biologia dei pesci ma essendo pescatore E nel settore ed avendo collaborato a vari progetti di questo tipo sono ovviamente molto interessato a questa conferenza.
L'organizzatore di questa conferenza e' Robert Arlinghaus, una specie di ragazzo prodigio nel campo che ha scritto numerosi articoli pubblicati su riviste prestigiose e che ha fatto una carriera rapida e piu' che meritata. Molti dei suoi articoli sono citati anche in questo blog visto che egli stesso e' un appassionato pescatore di lucci.

giovedì 2 dicembre 2010

Infinite forme bellissime - Carnevale della biodiversita' 1 di 6

MC Escher "Depth" 1955

  
"La bellezza e' nell'occhio di chi guarda" M. Hungerford

Questo primo post del carnevale della biodiversita' ha come titolo un estratto dalla frase finale del libro "Sull'origine delle specie" di Darwin. Letteralmente la frase completa recita: "There is grandeur in this view of life, with its several powers, having been originally breatherd by the Creator into a few forms or into one; and that, whilst this planet has been circling on according to the fixed law of gravity, from so simple a beginning endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being evolved."
In italiano la potremmo tradurre come: "C'è qualcosa di grandioso in questa idea della vita, con le sue infinite potenzialità, originariamente infuse dal Creatore in pochissime o in una sola forma; e, mentre questo pianeta ha continuato a roteare seguendo le immutabili leggi di gravità, da un inizio così semplice infinite forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e tuttora si evolvono".

Dopo questo incipit veramente poco originale come posso andare avanti? Dovrei spiegare perche' le forme non possono essere infinite o dissertare su quel "Creatore" aggiunto solo nella seconda edizione del libro per salvarsi le terga dai clericali?

Assolutamente no, altrimenti chiudereste subito questo articolo e andreste ad aprire un molto piu' educativo sito sulla rana dai piedi blu del borneo.

Quindi, cari i miei 20 lettori (ben due contatori lo confermano), faro' uno sforzo per non deludervi.

Partiamo da un argomento che apparentemente e' connesso "a capocchia" e vediamo di arrivare ad una destinazione interessante. Quest'ottobre purtroppo e' venuto a mancare il matematico Mandelbrot.
Si proprio lui, quello dei frattali, che come perfino io so sono quelle funzioni la cui rappresentazione grafica e' irrisolvibile a tutte le scale. In pratica ingrandendo o rimpicciolendo un'immagine frattale continueremo a trovare lo stesso schema ripetuto all'infinito su scale diverse.

Un'immagine frattale in cui Turrilites si sommano ad altre Turrilites identiche in un costrutto infinito in tutte e 3 le dimensioni

I frattali sono obbiettivamente affascinanti per il grande pubblico e hanno prodotto immagini con colori che farebbero invidia ad un hippie sotto LSD e probabilmente procurato qualche attacco di epilessia nelle versioni animate con colori stroboscopici.
Ma sono anche immagini utili perche' in un certo senso offrono un interessante spunto di riflessione a riguardo del tema centrale di questo carnevale: la biodiversita'.