martedì 28 giugno 2011

Storie di immissioni incredibili


Cosa sta rilasciando questo aereo dall
Coriandoli? Acqua per spegnere un incendio? Volantini con la faccia di Vendola? Bustine di zucchero sui bambini del delta del Niger? Saranno mica le ormai derisissime schie comiche?

Niente di tutto questo.
Questo aereo sta facendo niente piu' e niente meno di quello che per anni era stato fatto con mezzi molto piu' tradizionali.

Ma partiamo dall'inizio. Come fare a fare conservation management in aree che sono difficilmente accessibili, dove non ci sono strade ed e' difficile arrivare perfino a piedi?

Beh 100 anni fa non c'erano molte alternative e le risorse erano quelle che erano. Se si voleva immettere pesci in montagna le introduzioni erano fatte tramite grosse taniche portate a spalla. Lo stesso valeva per la gran parte del materiale che veniva ricavato sul posto o portato a spalla.

Alcuni portatori di avannotti di pesce in una foto d'epoca (NYDC)

Naturalmente ove possibile si ricorreva anche alla trazione animale. Almeno fino agli anni '70 le introduzioni di trota nei laghi alpini dell'america veniva fatta a cavallo in tutte le localita' che erano accessibili. Questo metodo e' ancor oggi utilizzato e la possibilita' di partecipare ad uno di questi progetti viene addirittura messa all'asta per finanziare i progetti.

Purtroppo le immagini di introduzioni a cavallo sono poche, per cui vi dovete accontentare..

La meccanizzazione ovviamente ha portato non pochi vantaggi ma anche gli ATV (i quad, tanto per intenderci) hanno qualche difficolta' a raggiungere localita' remote. Fango, guadi, strade con piu' buche che pezzi piani, paludi e zone con pendenze proibitive..
Allora si penso' di cominciare ad utilizzare gli aerei. I pesci venivano collocati nel vano di cargo di piccoli aerei assieme all'acqua e poi lanciati sul lago. Come tanti paracadutisti.
La mortalita' non era troppo alta e quando i programmi ebbero sufficienti fondi....beh il resto e' storia...

Uno schema di come avviene l'introduzione per via aerea (di Alvers Handerson, ricordate questo nome perche' sara' oggetto di un prossimo articolo)


Ovviamente tutto si puo' migliorare. Gia' con gli aerei si era incrementato incredibilmente il raggio a cui si poteva arrivare ma c'erano comunque tanti laghi che per la conformazione del territorio circostante non si prestavano a questo tipo di operazione. E allora potevano desistere? No, ovviamente no.
Si sono usati elicotteri che con la loro maggior capacita' di manovra riescono ad arrivare dove gli aerei non arrivano ed a ridurre ulteriormente la mortalita'.


Un elicottero si prepara a caricare le taniche piene di avannotti da rilasciare in quota (missoulian.com)

Ora voi vi starete probabilmente chiedendo se gliel'ha ordinato il dottore di fare tanti sforzi per portare dei pesci in zone inaccessibili. La risposta del perche' si fa tutto questo non c'e'. O meglio ce ne sono tante, tutte ugualmente valide sotto diversi punti di vista.
La maggior parte di esse si puo' riassumere con un: volevano pescare pesci dove prima non c'erano.





mercoledì 22 giugno 2011

Alieni fra noi – Carnevale della biodiversita’ 4 di 6



"Un'opinione e' quello che si ha quando non si conoscono i fatti. Quando si conoscono i fatti non si ha bisogno di un'opinione.”
— Solomon Short

Questo post e’ la continuazione ideale di molti articoli gia’ apparsi su questo blog, anche se non elaborato come vorrei in quanto il tempo a mia disposizione e' veramente limitato. Dopotutto mi occupo degli effetti dell’introduzione di nuove specie per lavoro ed e’ stato per me naturale riversare parte delle mie conoscenze nel blog.
Potete leggere i precedenti articoli relativi al carnevale della biodiversita’ pubblicati in precedenza su questo blog a questi link: inifinite forme bellissime, biodiversita' e adattamenti, le dimensioni contano.
Sul blog Erba Volant di Enrico Bruni potrete trovare invece la lista completa di articoli che partecipano a questa edizione del carnevale, completa di una breve recensione per ognuno di essi.
Il livello altissimo degli autori dei blog partecipanti e' una garanzia di una lettura facile ed interessante.


martedì 31 maggio 2011

La parabola del buon selvaggio



Le idee, si sa, sono cose strane. Fanno fatica a nascere ed a volte fanno ancora piu' fatica a morire.

C'e' un'idea particolarmente persistente che si sente riproposta periodicamente: quella del "buon selvaggio" che non raccoglie piu' di quello che puo' consumare e vive in armonia con la natura.
Sostenuta da molteplici autori del 18mo secolo come Shaftesbury e gia' allora contrastata da altri e' un'idea che fa fatica a morire ai giorni nostri. Sostanzialmente consiste nel dipingere l'uomo che vive nella natura come sostanzialmente buono, con alti principi morali ed etici innati e non acquisiti tramite religione o societa'.
Quest'idea probabilmente e' nata come reazione alle idee di Hobbes e ai fatti storici (massacri di indigeni) del secolo precedente.

La realta' e' che il selvaggio e' per natura tale e quale ad un uomo moderno. Semmai esistono differenze etiche queste sono il prodotto di societa' e cultura.

Molti sistemi di pesca e di coltivazione tradizionali e "primitivi" sono decisamente distruttivi su scala locale (pesca col veleno in amazzonia, bruciare foresta vergine in africa) e non lo sono su scala globale solo per il basso numero di abitanti e per le modeste porzioni di territorio a cui vengono applicati.


Nella realta' il selvaggio non riesce a far collassare le popolazioni di pesci principalmente perche' gli mancano i mezzi per farlo. Prova ne sia il fatto che quando questi mezzi vengono sviluppati (o forniti) non si fa nessun problema ad utilizzarli come e forse anche piu' delle persone "civilizzate".

Non e' una gara a chi e' "peggiore" ne' un disprezzare le altre culture che ci fa sentire migliori. Piuttosto quello del buon selvaggio e' un mito creato per far sentire peggiori noi stessi, una specie di condizione ideale a cui l'uomo moderno dovrebbe tendere.

Se volete leggere alcuni articoli sul tema non troppo tecnici e con un po' di umorismo vi consiglio il blog dell'Albero di Maggio.

venerdì 27 maggio 2011

Un'orgia di squali


Il post di oggi non tratta specificamente di pesci. Almeno per quelli di voi che chiamano pesci solo gli osteitti e i condrostei..
Per tutti gli altri che come me utilizzano la definizione allargata fino agli agnati tutto normale.

Quando ero ancora un ragazzino sono sempre stato affascinato dagli squali. Come e' ovvio i libri e le riviste erano piene di foto di squali come il tigre o lo squalo bianco.
Poi nel 1989 ci fu un attacco ad un sub al largo di Piombino che porto' alla ribalta della cronaca nazionale lo squalo bianco come descritto dai film di Spielberg.

Altri squali non sono altrettanto "fortunati" e la maggior parte del grande pubblico non sa nemmeno che esistono. Di oltre 400 specie quelle piu' note si contano sulle dita di due mani. Certo tutti si ricordano dello squalo piu' piccolo (17 cm, Etmopterus) o dello squalo piu' grande (12 metri, alcuni dicono di piu, Rhincodon) ma nel mezzo esistono forme magnifiche e dalle ecologie particolari ed affascinanti.

Qualcuno puo' pensare che ormai si conosca tutto quello che c'e' da sapere, almeno per le specie piu' famose. Eppure non e' cosi.
Certo, ne sappiamo molto piu' di qualche decina d'anni fa ed abbastanza per falsificare leggende metropolitane come quella che gli squali non sono affetti dal cancro, pero' molte conoscenze mancano.

Per fare un paio di esempi pratici sappiamo che gli squali bianchi compiono grandi migrazioni (al contrario di quanto si pensava nel passato) ma non sappiamo quanti sono. Al momento sembra che ci sia stata una rarefazione e la specie e' protetta da vari trattati internazionali ma nessuno sembra poter dare una stima corretta del numero di squali bianchi. Non sappiamo molto anche dei ritmi di crescita o delle modalita' esatte di riproduzione (c'e' ancora dibattito sul numero esatto di figliate nella vita di una femmina) o di quanto siano grandi gli esemplari alla nascita. Il video all'inizio di questo post e' praticamente l'unica testimonianza che abbiamo dove si vede qualche preliminare.

Se l'unico modo di riunire maschi e femmine senza che si attacchino tra loro e' quello di dargli da mangiare una carcassa di balena finche non hanno la pancia piena nessuna meraviglia che non ci siano molti squali bianchi in giro..

martedì 24 maggio 2011

Nuovo record del mondo IGFA di siluro?


La notizia non e' proprio fresca e si sa che le notizie sono come il pesce e dopo 3 giorni..

Pero' io non sono schizzinoso, come potrei esserlo con il lavoro che faccio?

Se le misure saranno confermate queste dovrebbero essere le foto del nuovo record mondiale per quanto riguarda la pesca del siluro. Questo colosso di 265 cm per 149 Kg di peso esce dalle acque italiane del Po ed e' stato catturato da Erik Zbinovsky, pescatore slovacco, nei pressi di Porto Viro (RO).




Sembra sempre piu' realistica la possibilita' che la crescita di questa specie, introdotta negli anni '60 ed esplosa negli anni '80 e '90 non si stia livellando come previsto. Prova ne sarebbero i continui record mondiali catturati tutti nelle acque italiane negli ultimi anni..


Modelli da rivedere o semplicemente alcuni fattori sfuggono ad un'analisi superficiale? Per il momento difficile dirlo. Sicuramente catture del genere alimentano il contrasto tra chi cerca il ripristino ambientale e chi e' interessato alla caccia al record, interessi troppo diversi e forse inconciliabili..

venerdì 6 maggio 2011

1+1 Buon compleanno PaperFish!


Esattamente un anno ed un mese fa inserivo il primo post in questo blog.

Di acqua sotto i ponti ne e' passata tanta e dopo oltre 80 post piu' o meno specialistici e' ora di tirare qualche somma.
Non esistono statistiche per i primi mesi ma da Giugno 2010 ad Aprile 2011 il numero delle visite mensili e' quadruplicato, segno (spero) che i contenuti sono apprezzati almeno da qualche lettore.
I proventi dell'esperimento con google ads hanno fruttato finora ben 2.85 euro, arrivati a 10 verranno donati ad un'associazione italiana che si occupa di tutela delle acque dolci e le pubblicita' completamente eliminate dal blog.

Quando sono partito non sapevo sinceramente cosa aspettarmi e forse non lo so tutt'ora. Posso solo dire quello che ho trovato finora lungo il viaggio.
Tenere un blog ed aggiornarlo con costanza e' un bell'hobby ma che richiede un bel po' di tempo, tempo che non e' sempre facile trovare specialmente quando altri impegni hanno la precedenza. Vorrei avere piu' tempo per scrivere articoli piu' interessanti e che spaziano di piu' tra gli argomenti ma sono fortunato a ritagliare il tempo che riesco, cosa che sarebbe difficile con altri lavori.
Approfondire argomenti diversi aiuta a formare una conoscenza a tutto tondo ma al contempo distoglie l'attenzione dalla mia ricerca, che al momento e' quella che paga il pane.

Nell'occasione della celebrazione del primo 1+1 anniversario, oltre agli auguri, e' bene ripromettersi di fare ancora di piu' e meglio perche' chi si ferma e' perduto.

P.S. Se qualcuno si stesse chiedendo come mai questo post esce con un mese di ritardo rispetto al compleanno la soluzione e' semplice: me ne sono dimenticato. Per quello che ho un blog e non un figlio..

lunedì 2 maggio 2011

Pesci dal mondo - Pesci con le mani

Pesci con mani e piedi?

La presa del lavoro si fa sempre piu' stretta come e' naturale essendo partita la stagione dell'acqua libera (non la chiamo primavera ancora) che porta con se nuovi impegni in vista della campagna di raccolta dati. Ormai sto passando piu' tempo in laboratorio che al computer ed e' difficile trovare tempo da ritagliare per scrivere qualche articolo decente. E quel poco tempo che mi resta lo uso per andare a pesca.

Ma siccome non voglio ancora accettare l'idea di mollare completamente il blog provo almeno a pubblicare qualcosa di interessante che richieda un po' meno documentazione e tempo del solito.

Oggi andiamo a vedere un sub-ordine di pesci piuttosto bizzarri.
All'interno dell'ordine dei Lofiformi troviamo diverse famiglie diffuse un po' in tutti i mari del mondo ed in quasi tutti gli ambienti: dalle fondali costieri agli abissi pelagici. La cosa che le accomuna (quasi) tutte e' la presenza di un'appendice sulla testa che usano come un'esca per attrarre le loro prede e forse la loro bruttezza.
Uno degli esponenti piu' noti di questo ordine e' la rana pescatrice (Lophius piscatorius) che e' regolarmente commerciato per le carni prelibate nei mercati italiani (spesso con la testa mozzata e con il nome di coda di rospo, per non offendere la vista delle massaie).